Serie TV

Agent X

Quando ti appresti a vedere una serie nuova che promette azione e mistero e poi trovi nel cast un pezzo da novanta del calibro di Sharon Stone, sempre splendida icona di bravura e bellezza, con un curriculum cinematografico di tutto rispetto, l’acquolina in bocca è inevitabile.

Natalie Maccabee, la protagonista di questa Agent X, è il neo-eletto vice-presidente degli Stati Uniti [una figura istituzionale che abbiamo già apprezzato in chiave ironica in Veep]. Natalie non fa nemmeno in tempo a mettersi comoda nella sua nuova importante poltrona che scopre un importante segreto di stato, sepolto in una stanza segreta nascosta nel suo ufficio, da cui si accede attraverso una chiave con inciso un simbolo massonico. Attraverso le parole del suo assistente personale Malcolm Millar viene a scoprire che nella versione “originale” della Costituzione, venivano conferiti al vice-presidente dei particolari poteri esclusivi, come quello di avere al suo servizio un agente segreto.

L’Agente X viene incaricato di volta in volta di svolgere missioni top secret che non potrebbero mai essere approvate o finire su documenti ufficiali, potendo contare su un’ampia libertà di manovra. Il vicepresidente richiede i suoi servizi quando è in gioco la sicurezza nazionale e per le questioni più delicate, senza potersi consultare con nessuno se non con il fidato Millar, che è l’unico a parte lei a conoscere questo segreto (oltre agli ex vicepresidenti, ovviamente).

L’idea di fondo non è malvagia: sembra di leggere la sceneggiatura del “figlio illegittimo” di James Bond e House of Cards, un thriller in grado di mescolare azione e spionaggio con le dinamiche politiche. Poi guardi il doppio pilot andato in onda su TNT e ti rendi conto che i buoni propositi si sono persi per strada. La scoperta del grande segreto risalente addirittura ai padri fondatori è a dir poco ridicola, con un passaggio segreto chiaramente indicato da un simbolo massonico riportato fedelmente anche su una chiave; come se non bastasse, l’idea di un agente super segreto che agisce al di là di NSA e CIA per combattere il nemico (che, guarda caso, è sempre la Russia in almeno un episodio su 3) è inflazionatissima. Inoltre, l’Agente X, che dovrebbe essere un James Bond più libero e spregiudicato, sembra più Mister Bean e a noi rimane il dubbio sulla vera natura della serie: è una spy story che fallisce nel tentativo di prendersi in giro o una serie comica che prende in giro la seriosità della trama?

Nel dubbio, considerando la quantità di altri pilot in circolazione, consiglio di lasciar perdere, nonostante Sharon Stone.

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