Serie TV

American Crime Story

Un campione di football bravo e carismatico, una carriera da attore appena intrapresa e poi all’improvviso, la doccia gelata. Su O.J. Simpson si abbatte, pesantissima, l’accusa di aver brutalmente ucciso l’ex moglie Nicole Brown e un amico di lei, mentre i figli della coppia dormivano nella stessa abitazione. Nessun testimone ed alcune segnalazioni di violenza domestica da parte della stessa Nicole bastarono agli inquirenti per accusare formalmente Simpson dell’omicidio.

Eppure fin da subito, da quel terribile giorno del 1994, l’opinione pubblica si è divisa in colpevolisti ed innocentisti: i primi convinti che la fama non dovesse essere una scusa per scampare alla galera, i secondi intenzionati a scagionare quello che ritenevano un capro espiatorio, in un momento storico in cui si accusava spesso la polizia americana di discriminare le persone di colore.

Quello di Orenthal James Simpson è stato un processo decisamente più mediatico che giudiziario, costruito sul pregiudizio e sul sospetto più che sulle prove, da cui Simpson è uscito da persona innocente nonostante una roccambolesca fuga all’arresto ed alcuni comportamenti ambigui.

Tutto questo, a distanza di molti anni, prova a raccontarlo a noi Ryan Murphy, già autore di format di successo come American Horror Story. In questo American Crime story il tono della narrazione è gioco forza diverso, trattandosi di storia recente e di un caso di cronaca che il pubblico americano conosce fin nei più torbidi dettagli. Abbandonate le atmosfere grottesche del suo più recente successo televisivo, la coppia Murphy-Falchuk prova a raccontare gli eventi in maniera giornalistica e cronologica. Sappiamo già come la vicenda andrà a finire, quindi l’abilità degli sceneggiatori sta nel mantenere un equilibrio costante tra accusa e difesa, facendo sorgere dubbi ad ogni azione, del sospettato o della pubblica accusa. Una tensione che contribuisce a scandire il ritmo della serie, mai noiosa ma nemmeno ricca di colpi di scena spettacolari, in cui protagonista assoluto è il dubbio di aver sempre malgiudicato un uomo innocente o aver scagionato troppo presto un omicida.

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