Serie TV

Backstrom

Nel panorama televisivo a stelle e strisce, ed in particolare in quello autunnale/invernale, non si sentiva il bisogno di un nuovo procedural. Però la FOX ci ha creduto e ha creduto fortemente anche in uno degli autori che alla stessa emittente ha dato molto, quel Hart Hanson che ha creato e prodotto Bones, che va alla grandissima da un decennio (ha prodotto anche The Finder, dal diverso destino e successo, ma poco importa).

Tratto da una serie di libri dello svedese Leif G. W. Persson e adattata da Hanson, la serie è ambientata nella piovosa Portland, dove il detective Everett Backstrom risolve crimini cercando di immedesimarsi nell’assassino e provando a pensare come lui/lei. La serie è dunque un procedural come tanti, con puntate autoconclusive e crimini risolti nell’arco dei canonici 42 minuti. Quello che fa di Backstrom un prodotto diverso è la personalità del suo protagonista.

Burbero, introverso, fumatore incallito pigro fino al midollo, il nostro detective compensa questo caratteraccio con una forte dedizione al lavoro, in cui risulta essere – inspiegabilmente – il migliore. Altra cosa inspiegabile è il fatto che tutti i suoi capi e colleghi lo sopportino e supportino qualunque cosa faccia, semplicemente perchè lui è bravo a risolvere casi di omicidio. Per una serie che non ha nulla di nuovo da offrire al suo pubblico se non la promessa di un protagonista fuori dagli schemi, Backstrom sembra più una dramedy tragicomica dominata da un personaggio principale grottesco e inspiegabilmente trattato come un genio. Il mio modestissimo parere, plasmato da decenni passati a vedere procedural di ogni tipo, direi che il potenziale c’è ma occorre lavorarci ancora.

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