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Beowulf: Return to the Shieldlands

Vi ricordate le lezioni di letteratura inglese e tutte quelle ore passate a celebrare uno dei più antichi poemi in lingua inglese, Beowulf, che celebrava le eroiche gesta dell’omonimo guerriero.

Vissuto in una sperduta landa danese, il valoroso Beowulf ha combattuto strenuamente contro alcune fiere che minacciavano la Danimarca, tra cui un drago e il mostro Grendel. L’uccisione di queste creature permetterà a Beowulf di diventare un re (e l’incarnazione dell’eroe del nord).

Per quanto il poema originale possa vantare una notevole lunghezza e delle tematiche epico-fantasy degne di nota, in questa trasposizione televisiva qualcosa doveva inevitabilmente cambiare, soprattutto per poter riempire le 12 puntate previste. Eppure qualche punto fermo sarebbe dovuto esserci, per non snaturare del tutto la storia (altrimenti era il caso di pensare ad una sceneggiatura originale e non sfruttare il nome letterario per attirare spettatori).

Beowulf ci viene presentato come un bamboccio buono barbuto che i suoi “capi” mandano in giro per risolvere problemi di troll con la sua spada, mentre lui vorrebbe solo stare a poltrire nella sua capanna e tentare di sedurre la guaritrice del villaggio. Come ogni eroe che si rispetti, ha un caro amico, che lo seguirebbe in capo al mondo e per lui darebbe la vita e una fedeltà incondizionata nei confronti della tribù che tempo addietro gli salvò la vita dopo la morte del padre (ovviamente per mano di un malefico troll).

Impossibile fare paragoni con serie che possono vantare ben altri budget o dei riferimenti letterari decisamente più recenti, perché Beowulf ne uscirebbe sconfitto e in fin di vita. La serie scorre decisamente lenta e senza nemmeno poter contare su un cast carismatico. Gli effetti speciali si lasciano guardare senza voler lanciare lo schermo ma non hanno nemmeno una resa eccezionale. Concludendo, se studiate letteratura inglese o vi piacciono i drammi storici e le battaglie epiche, provate a sopravvivere al pilot; sappiate comunque che io ho provato ad avvisarvi dell’inutilità generale di Beowulf: Return to the Shieldlands.

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