Serie TV

BrainDead

Questa estate 2016 non ci sta regalando molte serie nuove e/o interessanti. Anzi, alcune delle belle scoperte degli anni passati sono state addirittura “promosse” alla programmazione invernale e quindi ci ritroviamo orfani anche di diversi titoli già apprezzati. Per fortuna, come ogni regola che si rispetti, esistono delle belle eccezioni ed una di queste è senza dubbio Braindead.

Non fate il mio errore e non fatevi ingannare dalla parola “drama” che precede “comedy” nelle descrizioni ufficiali di questa novità estiva dell’emittente CBS. Letta così, sembrerebbe un prodotto quasi trash, un ibrido impossibile da classificare. Invece Braindead è senza dubbio la cosa più interessante di tutta l’estate. Approcciandosi al pilot ci si trova di fronte ad un political drama ben fatto: facciamo la conoscenza di Laurel Healy, aspirante documentarista di nicchia in qualche modo costretta a lavorare per il fratello Luke, senatore eletto nel Maryland e quindi di punto in bianco immersa in giochi di potere e cavilli legali. Sarebbe tutto così serio se non fosse per qualcosa che vediamo all’improvviso: un meteorite cade sulla terra e da esso fuoriescono migliaia di piccole formiche, che in rigorosa fila indiana entrano nelle case di ignari cittadini e… ne colonizzano il cervello, mangiandone letteralmente intere porzioni. Il risultato è che il soggetto colpito continua a vivere senza troppi problemi, se non fosse per una radicalizzazione del proprio pensiero politico, la mancanza di una morale e degli specifici gusti musicali, legati in particolar modo ad una vecchia canzone dei The Cars:

Ed ecco la svolta assurda ed esilarante di Braindead: le formiche sembrano avere una predilezione per i politici, che una volta “infettati” non perdono tempo e scombussolano l’intero parlamento americano, rendendo la vita e la carriera difficile anche a Luke. Anche Laurel si renderà ben presto conto che qualcosa non torna e coinvolgerà nella sua ricerca della verità anche una dottoressa, un teorico dei complotti ed un agente FBI, senza dimenticare il suo omologo Gareth, capo di gabinetto del senatore repubblicano Red Wheatus.

 

Tra comportamenti assurdi di persone assolutamente serie fino alla sera prima e triangoli amorosi al limite del politically correct, Braindead ci conquista fin dal primo episodio, presentandosi a noi come un prodotto sì ibrido, ma di qualità. Nato dalla penna degli autori di The Good Wife Robert e Michelle King, Braindead si caratterizza, oltre che per alcune situazioni decisamente assurde, anche per il tipo di comicità che giustifica il “comedy” di cui parlavo ad inizio articolo: una comicità fredda, quasi più british che statunitense, che ci farà più volte sgranare gli occhi e sorridere ma mai sbellicarci tanto da tenerci la pancia per il troppo ridere. Ciliegina stilistica sulla torta un costante riferimento all’attualità, quella al di fuori della finzione televisiva, con immagini e riferimenti all’attuale campagna elettorale americana, che vede scontrarsi Hillary Clinton e Donald Trump.

 

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