Mozart in the Jungle: Sex, Drugs, and Classical Music è il titolo dell’autobiografia di un’oboista americana dalla brillante carriera, Blair Tindall.
Plaudendo al fatto che non solo starlette di dubbia intelligenza pubblichino libri, ma anche gente che ha studiato molto e ha lavorato tanto, viene da pensare che la vita dell’oboista sia tutta prove e ansia da palcoscenico, senza troppo gossip o vita sociale.
Invece questa nuovissima serie Amazon ci racconterà cosa succede dietro le quinte, tra una prova e una prima, ovviamente in forma esageratamente romanzata rispetto al libro da cui prende ispirazione (il già citato Mozart in the Jungle: Sex, Drugs, and Classical Music).
Scopriamo subito due dei temi principali dei dieci episodi che compongono questa prima breve stagione: il conflitto generazionale tra il vecchio direttore dell’orchestra sinfonica (un sempreverde Malcolm McDowell) ed il suo giovane ed anticonformista successore, e il grande talento di una giovane oboista che viene scoperta da quest’ultimo.
Non capita molto spesso che una serie sappia così tanto di già visto già dal pilot. Sfido chiunque ad essersi sorpreso che il “vecchio” maestro non approvi l’aria di rinnovamento del giovane donnaiolo dalla chioma fluente che prenderà il suo posto o che qualcuno abbia pensato anche per un secondo che la protagonista non riuscisse a fare un figurone al suo provino. Però non si può ugualmente negare che il fatto che si parli (e si suoni continuamente) musica classica è una ventata di novità.
Stanchi di serie sui musical, adesso potremmo affezionarci anche ai più timidi musicisti, senza i quali nessuno spettacolo andrebbe in scena, ma che rimangono comunque relegati sempre a ruoli marginali rispetto agli attori che si avvicendano sul palcoscenico.
Colpiti dalle atmosfere cupe e dalla vita tutt’altro che ordinaria delle star con la bacchetta o l’archetto in mano, seguiremo la carriera e la vita della giovane oboista Hailey in un tripudio di sinfonie e arie più o meno famose.
Quello che invece allontana la serie dalle atmosfere classiche della sua colonna sonora è il ritmo, spesso serrato, della narrazione; anche i brani che ci vengono presentati sono spesso solo un accenno, poche righe di pentagramma, quanto basta per riconoscerne qualcuno o scoprirne un altro. Anche l’intera serie risponde a questo appello alla brevità: solo 10 episodi di 26 minuti ciascuno.
Una serie anticonformista, per un pubblico scelto ma che punta molto in alto. Il potenziale c’è.