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Murder in the First

murder in the first

Il caso delle continue morti apparenti di The Killing (più volte cancellato e poi riesumato)  o della bella novità Broadchurch – entrambi format importati e riadattati dai network americani – stanno portando i crime verso una nuova direzione. Le puntate stand alone autoconclusive stanno lasciandoci il passo ai singoli articolati casi seguiti per l’intera stagione.
Se il caso parte col botto, ci si aspetta grandi cose, si seguono le indagini speculando di volta in volta, si segue l’avanzare delle frustrazioni dei detective o i giri di parole dei legali.
Qui peró il botto non c’é stato, ci sono due casi apparentemente distinti con un denominatore comune. Un tossicodipendente ed una giovane assistente di volo vengono assassinati a poche ore di distanza l’uno dall’altra e l’unica cosa che hanno in comune è il giovane e ambizioso Erich Blunt, novello Zuckemberg, ultimo prodigio dell’informatica in ordine di tempo.
Ai detective della polizia di San Francisco le coincidenze non piacciono, così iniziano le indagini, che andranno avanti per tutti i 10 episodi che compongono la prima stagione.

Un solo caso, dunque, che seguiremo parallelamente alle vicende personali dei protagonisti, che ovviamente non potevano essere poliziotti sedentari e pigri ghiotti di ciambelle, ma sono una neo-divorziata mamma bionda e iperattiva (Ispettore Hildy Mulligan) ed un marito devoto con moglie malata di cancro all’ultimo stadio (ispettore Terry English).

Niente di particolarmente eccitante, sicuramente degli spunti interessanti, ma da vedere se avete finito tutto il resto.

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