Film

Nymphomaniac: Vol. I

Il regista danese conclude con questo doppio finale la sua  Trilogia della Depressione, e lo fa parlando ancora una volta di donne.

Il pacato signor Seligman incontra e soccorre in strada Joe, con la quale inizierà un rapporto a due fatto di racconti ed analogie. Selingman incoraggia la donna a raccontare della sua vita, di cosa l’ha spinta a considerarsi una pessima persona e come mai sia finita in quel vicolo riempita di botte. Lei racconta intensi episodi della sua vita, dall’infanzia alla scoperta del sesso, e di come quest’ultimo diventerà la sua arma segreta per contrastare la profonda solitudine che la accompagna da sempre.

Apparentemente immune da ogni coinvolgimento emotivo, Joe utilizza il sesso come delle pillole o degli alcolici, da buttar giù una dopo l’altra senza pensieri, ma senza effetti collaterali troppo spiacevoli se non alcune telefonate imbarazzanti o amanti troppo ossessivi.

Lo spettatore si accorge subito che Joe non è la persona terribile che afferma di essere, che usa gli uomini esclusivamente per il proprio piacere personale; è più che altro una persona spaventata, alla ricerca di un qualcosa che sia semplice e gestibile, senza complicazioni eccessive, l’esatto opposto di quello che hanno rappresentato famiglia, amiche e anche il primo amore.

Il racconto di questa vita semplice ma piena di erotismo si articola in due parti, di cui questo Volume 1 è il logico inizio. Ognuna di queste parti è composta da capitoli (5 nel primo e 3 nel secondo), diversi in tono e protagonisti, tra cui si fanno notare la protagonista, volto più volte associabile ad opere di Von Trier, un’intensa ma a modo suo divertente Uma Thurman ed un pretenzioso Shia LaBeouf, che si dice abbia fatto di tutto pur di ottenere la parte.

Non c’è morbosità nelle gallerie di peni o nei primi piani di organi in azione, non c’è nessuna atmosfera da film porno d’autore come la campagna mediatica degli ultimi mesi aveva sapientemente lasciato intendere; nel sesso di queste persone e della nostra protagonista c’è molta psicanalisi, quella freudiana, dell’esplorazione di se. E se è Joe a sedere su un ipotetico lettino da analisi, di certo è il razionale Seligman a condurre le danze, moderando la discussione e smorzando i toni, utilizzando analogie con la pesca, sua grande passione, e la logica matematica, un mondo così apparentemente agli antipodi rispetto a quello istintivo e irrazionale rappresentato dalla sessualità.

Curiosità morbosa: sarà distribuita una versione più lunga di entrambi i film, con più scene di sesso.

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