Serie TV

Supergirl

Prima di avventurarci nel mondo della biondissima abitante di Krypton, è necessaria una premessa, che ci riporta al lontanissimo 1959. Nell’universo DC, Supergirl non è nata per par condicio o su insistenza del movimento femminista, per mostrare che anche un eroe femmina potesse salvare il pianeta, e non solo un timido giornalista dall’animo nobile. Supergirl nasce da subito come eroe a se stante, con una propria personalità e una storyline dedicata; l’unica cosa che sembrava collegarla all’omologo di Metropolis era l’origine (e qualche avventura vissuta insieme).

Detto questo, passiamo a questa nuova serie CBS, nata dalle stesse mani (quelle di Greg Berlanti), che negli ultimi anni hanno cucito e confezionato Arrow e The Flash, serie che possono anche non piacere ai puristi, ma dall’indubbio successo. Si cambia network e si cambia genere: Kara Zor-El vive la sua vita tranquilla a National City, dove lavora come assistente personale di Cat Grant, esigente direttrice della rivista CatCo. Nativa di Krypton, fu mandata lontano dal pianeta morente insieme a suo cugino ancora in fasce, Kal-El. Per uno strano scherzo del destino, Kara rimane intrappolata nella sua astronave per diverso tempo prima di atterrare sulla terra. A quel punto si accorge che il suo compito di vegliare e proteggere il cugino è inutile, considerato che nel frattempo quest’ultimo ha preso piena consapevolezza di sè e dei suoi poteri, vestendo i panni di  Superman.

Spinta dall’amorevole famiglia adottiva e dalla mancanza di minacce serie nella cittadina dove risiede, Kara non manifesta la volontà di salvare il mondo utilizzando i suoi poteri fino a quando l’aereo su cui si trova sua sorella maggiore non rischia di cadere sopra il centro abitato di National City. Basterà questo episodio e la voglia dei suoi concittadini di avere un proprio supereroe personale a convincere Kara a vestire di rosso e di azzurro ed indossare la S sul petto, come il popolare cugino.

Purtroppo, nonostante le buone premesse, gran parte della storia di Kara in tv appare banale e scontata, con una protagonista che tenta con tutte le sue forze di sembrare decisa ma che sembra sempre un’adolescente insicura. L’identità di Supergirl è un segreto di Pulcinella peggiore addirittura di quello di Arrow: in poche puntate metà National City sembra conoscere il suo “segreto”. Inoltre, nella sua missione che tanto segreta non è, trova una miriade di alleati, senza nemmeno sforzarsi. In suo aiuto accorre perfino il grande amico di Clark Kent, Jimmy Olsen, creando un legame palpabile con Superman, che verrà SEMPRE nominato, sempre invocato, e che sarà un termine di paragone insostenibile per Kara.

Le evidenti carenze di sceneggiatura di Supergirl sono uno scoglio difficile da aggirare; per quanto Melissa Benoist sia la faccia giusta per quel ruolo e per quanto gli effetti speciali siano decisamente più sopportabili di quelli a bassissimo budget di The Flash (giusto per fare un esempio), sembra abbastanza difficile appassionarsi a questa serie.

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