Serie TV

Black Mirror

Molto dark, decisamente visionaria ma anche satirica. Riuscire ad inquadrare Black Mirror non è semplice, nè per me nè per chiunque. Stride anche l’inserimento nella categoria delle serie tv, visto che questa produzione inglese è composta da episodi quasi del tutto indipendenti tra loro: diversi in trama e cast ma legati dall’unico filo conduttore che è l’analisi di come la tecnologia è già o diventerà parte integrante della nostra vita, di come non potremo più farne a meno e come questo fatto influenzerà modo di vivere e pensare.

That’s what we’re aiming for with Black Mirror: each episode has a different cast, a different setting, even a different reality. But they’re all about the way we live now – and the way we might be living in 10 minutes’ time if we’re clumsy.

Questi episodi stand-alone, come dei mini film ben scritti e realizzati, esplorano il lato oscuro della tecnologia secondo storie diverse.

Il primo episodio andato in onda ci racconta di quanto basti poco nell’era di youtube e di twitter perchè una storia raggiunga milioni di persone. Spesso è un bene, ma se c’è di mezzo un rapimento da parte di un gruppo terroristico e la richiesta dettata alle autorità altro non è che un video da trasmettere in diretta del primo ministro che fa sesso con un maiale, beh, la cosa assume decisamente altre sfumature.

 

E che dire del disturbante mix presente nel secondo episodio? Un mix di alienazione sociale, realtà virtuale e talent show al limite del diabolico. Un episodio che più volte mi ha fatto pensare alla saga di The Hunger Games. Le persone, confinate in loculi altamente tecnologici, lavorano per alimentare le riserve energetiche del paese e passano il tempo guardando programmi on-demand e tanta pubblicità. Interagiscono tra loro principalmente attraverso degli avatar e spendono quanto guadagnato per abbellirli o per widget da aggiungere ai loro loculi.

Quanto sarebbe bello avere un chip nel cervello che trasforma i nostri occhi in videocamere? Potremmo rivedere ogni momento della nostra vita, archiviare i ricordi più belli e trasmetterli su ogni schermo di casa, semplicemente utilizzando un piccolo telecomando tascabile. Ma se rivedendo un ricordo ci accorgiamo che una persona a noi molto cara ci sta nascondendo un doloroso segreto? Saremo in grado di “pescare” il ricordo giusto per smascherarlo o scagionarlo? O la paranoia avrà il sopravvento su tutto?


Una giovane coppia ed un’ossessione per i social network. Ma quando Ash muore, una disperata Martha si lascia convincere ad utilizzare un particolare servizio, in grado di “ricreare” una copia virtuale fedele del defunto basandosi sui tanti messaggi lasciati su diversi social network. La cosa sembra funzionare abbastanza bene per la giovane in lutto, fino a quando la paura di perdere di nuovo tutto la spinge ancora oltre, verso un vero e proprio clone fisico del suo compagno.

 

Un trasmettitore chiamato Orso Bianco emette un segnale che apparentemente trasforma ogni persona in una sorta di automa ossessionato dal riprendere e filmare compulsivamente ogni cosa. Victoria scopre tutto per caso, risvegliandosi un giorno senza ricordare nulla del suo passato. Insieme a Jem, conosciuta per caso mentre tentava di scappare da alcuni uomini armati,  tenterà di darsi delle risposte, anche se la verità che porterà a galla sarà dura da digerire.

Waldo è un pupazzo protagonista di un programma di successo, durante il quale il pupazzo stesso intervista noti politici locali e figure di spicco della società. Un giorno il produttore dello show suggerisce l’idea di far correre Waldo alle prossime elezioni, sfruttando il successo dello show.

 

 

 

 

 

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