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The Flash

Un po’ a sorpresa, in questa calda estate telefilmica, ci è capitato tra capo e collo anche una succosa anteprima.
Che sia stata una trovata pubblicitaria o un vero e proprio “furto”, in tantissimi abbiamo avuto il piacere di conoscere Barry Allen in versione CW, da sempre emittente specializzata nella soddisfazione delle pupille di ragazzine e dell’ipotalamo dei maschietti.

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Prendiamo il Barry Allen secchione ed imbranato che conosciamo dalla carta stampata (SE lo conosciamo) e ritocchiamolo un pochino, come già visto sul grande schermo per il reboot di Spider Man. Per magia ci ritroviamo un Barry post-adolescenziale ma già tecnico della scientifica (qui chi vi scrive ha dei seri problemi ad accettare la situazione, sappiatelo -.-), infatuato dell’amica d’infanzia (che ovviamente fa finta di niente). Scopriamo quasi subito che da bambino ha assistito alla morte della madre per mano di una inspiegabile luce/saetta, ma nessuno ha creduto a questa fantasiosa testimonianza, tanto che suo padre, da allora, è in prigione accusato del delitto.

Da sempre incuriosito da eventi apparentemente inspiegabili, dopo un viaggio a Starling City (patria dell’addominale di punta di CW, Oliver Queen) viene colpito da un fulmine mentre assiste da spettatore ad un incidente nel nuovissimo acceleratore di particelle cittadino. Dopo ben nove mesi di coma, si sveglia nei laboratori STAR rinvigorito e determinato, e non passeranno che poche ore prima che si renderà conto che molte cose sono cambiate.
La sua amata è finita tra le braccia del belloccio di turno, il progetto dell’acceleratore è stato abbandonato e tutto il mondo sembra andare a velocità ridotta.

In realtà è lo stesso Barry che viaggia a velocità maggiore, dimostrandosi un meta-umano dotato del potere dell’ipervelocità. Tra l’eccitazione degli scienziati, che vorrebbero studiarlo fino alle ultime cellule, e lo sguardo malandrino dell’ex capo del progetto dell’acceleratore esploso (che qualcosa nasconde di sicuro), il giovane Allen scoprirà onori ed oneri del suo nuovo stato.
Come da tradizione, decide di mettere il suo potere al servizio della cittadinanza, ma al primo criminale che tenta di far arrestare, provoca dei danni collaterali e ci scappa anche il morto; niente di eclatante, ma basta a mandare in crisi Barry, che cercherà consiglio e conforto nelle parole del mentore Green Arrow (contento lui).

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Uno scienziato frustrato dunque, apparentemente lontano anni luce dal protagonista della serie madre (questo The Flash nasce come spinoff della corazzata Arrow), ma a cui si strizza l’occhio continuamente, vuoi per la piacenza degli attori, vuoi per l’incredibile tasso di criminalità delle città dell’universo DC Comics (anche se i livelli raggiunti da Gotham City credo siano inarrivabili) vuoi per l’uso ricorrente di alcune tematiche quali:

  • l’incredibile bontà d’animo e accettazione dei vigilanti da parte dei poliziotti locali (leggasi Lance)
  • le incredibilmente gnocche e tontolone figlie dei suddetti poliziotti
  • personale tecnico ad alto tasso di nerdaggine
  • questa gran voglia di fare giustizia metropolitana invece che andare in giro a salvare il mondo
  • eccetera…

Un pilot veloce e dinamico, farcito di ironia, che ci presenta storie e protagonisti senza farci storcere il naso o senza presentarsi troppo simile alla serie madre, da cui riprende comunque pregi e qualche difettuccio minore.

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Un ottimo inizio per una serie che forse avrà un pubblico più ampio rispetto ad Arrow e che ha gettato solide basi per una stagione interessante.

 

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