Film

Victor Frankenstein

La voce narrante mette subito le cose in chiaro: è una storia che conosciamo tutti. Fin da quando Mary Shelley pubblicò nel 1818 il romanzo che la rese celebre, abbiamo avuto modo di conoscere “la creatura” in diverse raffigurazioni. I primi secondi del film Victor Frankenstein uscito quasi in sordina nel 2015 ci promettono un punto di vista differente.

 

You know this story. The crack of lightning. A mad genius. An unholy creation. The world, of course, remembers the monster, not the man. But sometimes, when you look closely…there’s more to a tale. Sometimes the monster is the man.

Un clown deforme senza ambizioni e senza famiglia vive da che ne ha memoria in un circo, dove viene trattato nel peggiore dei modi, tanto che il giovane non possiede nemmeno un nome proprio. La forza d’animo per affrontare al meglio la sua condizione la trova nell’amore platonico per la bella trapezista Lorelei e per gli studi dell’anatomia umana, che lo affascinano molto. La sua vita cambierà dopo l’incontro con Victor, studente di medicina dalle idee poco ortodosse, che vede nel giovane un talento ed un’intelligenza sprecata per quella vita. Dopo averlo aiutato ad evadere dal circo e avergli donato una vita diversa, senza deformità, lo assume come assistente. Il giovane prenderà il nome di Igor e contribuirà attivamente al lavoro di Victor, che in questo film non è affatto segreto. Il giovane Dottor Victor Frankenstein non fa affatto mistero delle sue ambizioni, pubblicizzando la sua ricerca con vigore, trovando perfino un mecenate disposto ad investire nei suoi studi.

 

L’idea di fondo rimane la stessa: la ricerca dell’immortalità. Victor parte dall’assunto che se la vita è uno stato temporaneo, perché mai non dovrebbe essere altrettanto temporanea la morte? La medicina aveva compiuto passi da gigante, curando mali terribili, quindi perché non potrebbe addirittura trovare la soluzione per questo male chiamato “morte”?
Frankenstein è determinato a portare avanti la sua causa, nonostante gli ostacoli tecnici e il tenace ispettore di polizia Turpin che non vede l’ora di arrestarlo.

I bassi incassi al botteghino e alcune recensioni al vetriolo da parte della critica si spiegano essenzialmente con la scarsa qualità della storia stessa. Il regista Paul McGuigan ha scelto di inserire una componente sentimentale importante nel film, ignorando completamente il senso del romanzo originale. Uno scienziato al limite della follia animato più dal sentimento che dalla voglia di sfidare i confini della conoscenza è decisamente meno credibile, così come improbabile sembra tutto ciò che ruota intorno alla figura di Victor, a cominciare dalla più che romanzata amicizia che lo legherà a Victor. Potrebbe sembrare pleonastico, ma la storia della “creatura” non ha bisogno di essere né migliorata né modificata troppo, nemmeno con il buon proposito di non annoiare lo spettatore con qualcosa di già visto.

Pessima scelta anche quella di tratteggiare il protagonista come un lunatico farneticatore, che se non fosse per il buon Igor, l’unico assennato, non avrebbe compiuto nessuna memorabile impresa, tanto meno quella di riportare in vita un mosaico di parti umane ed animali riassemblato.

Ma questo Victor Frankenstein non è solo difetti. La grande alchimia tra i due attori protagonisti, conosciuti entrambi per molte pellicole di successo nonostante la giovane età, è evidente e da sola rende molte sequenze piacevoli. Il resto del cast comprende invece tanti attori famosi della tv, soprattutto inglesi, relegati in ruoli minori.
Un ottimo lavoro è stato fatto invece con fotografia e costumi.

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