Serie TV

Aquarius

Rilasciando tutti gli episodi online prima della canonica messa in onda scaglionata, la NBC ha stupito un po’ tutti questa estate. Abituati a maratone di binge watching grazie a Netflix & co. (e qui intendo soprattutto amazon e yahoo) abbiamo ringraziato con un’ombra di commozione e ci siamo buttati a capofitto, nonostante questo inizio estate 2015 pulluli di pilot nuovi ed interessanti. Per me è strato tornare a provare curiosità per un prodotto NBC dopo l’immensa delusione della cancellazione del mio amato Constantine (sigh!) ma l’accoppiata attore protagonista – tematica era troppo succulenta per non approfittare dell’orgia di episodi e dare una sbirciatina. Fine anni ’60, estate del 1967 per essere precisi, nell’America coloratissima e spensierata dei figli dei fiori, che cantavano inni pacifisti e speravano di cambiare il mondo, un certo Charles Manson iniziava a creare una piccola comunità di emarginati e ragazze affascinate dalla sua personalità, disposte a tutto per lui. Un nome, quello di Manson, famoso come pochi, capace di evocare crimini efferati e storie di manipolazione. La sua figura emblematica si scontra in Aquarius con un poliziotto, Sam Hodiak, interpretato dall’evergreen David Duchovny, tipico esponente della generazione precedente a quella degli hippy, il quale si imbatte per la prima volta in Manson cercando di riportare a casa la figlia di un’amica. Gethin Antony, che fu Renly Baratheon in Game of Thrones) ci tratteggia un Manson ancora acerbo, ma con tutte le carte in regola per diventare l’icona criminale che è ancora, ma senza sviluppare mai nemmeno un pochino il suo immenso potenziale. Raccoglie seguaci e a formare quella che sarà storicamente ricordata come la Manson Family, ma sembra sempre che la cosa gli riesca naturale, e che egli stesso spesso se ne stupisca.

  

Una serie su cui fatico ad esprimere un giudizio, che scorre lenta e per nulla avvincente sulle note di brani iconici di quegli anni, e che sembra un esperimento presuntuoso, il tentativo di raccontare la storia di Manson senza indagarne la psiche criminale. Duchovny si riconferma adatto a qualsiasi ruolo, mentre il suo giovane collega libertino Brian Shafe si lascia più guardare che ascoltare. Un’occasione persa.

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