Film

In the Heart of the Sea

Nel 2000 uscì un romanzo di Nathaniel Philbrick intitolato In the Heart of the Sea: The tragedy of the whaleship Essex, il quale raccontava la storia della nave baleniera Essex, che in origine ispirò la stesura di quel capolavoro letterario che è Moby Dick, fonte di ispirazione anche per i più insospettabili prodotti cinematografici.

Il fatto che Mellville confezionò la sua immortale leggenda della balena bianca basandosi sulla storia di un naufragio è anche l’idea di base del film, che parte subito dall’incontro di un giovane uomo interessato a raccontare i tragici fatti con l’unico testimone in grado di fornire l’esatta versione. All’epoca Thomas Nickerson (questo il nome del superstite) era un giovanissimo mozzo a bordo della baleniera Essex, comandata dall’altezzoso capitano George Pollard. A bordo sale anche come primo ufficiale l’esperto baleniere Owen Chase, che fino all’ultimo sperava di ottenere i privilegi da capitano.

Dopo una prima spedizione vittoriosa, Pollard decise di avventurarsi in una zona del Pacifico ritenuta pericolosa anche dai marinai più esperti, che informano l’equipaggio dell’Essex della presenza in quel tratto di mare, di una leggendaria balena bianca particolarmente aggressiva. Convinto che fosse solo una leggenda e che valesse la pena provare, Pollard conduce la sua nave incontro ad un triste destino.

Heart of the Sea è un film di grande impatto visivo, in cui gli effetti speciali in cui vediamo la leggendaria Moby Dick fanno la parte del leone, rispetto ad una trama poco coinvolgente e senza colpi di scena notevoli. Ron Howard mette tutto il suo impegno nel confezionare un film che spinga a riflettere da un lato sul lavoro e sul sacrificio e dall’altro sullo sfruttamento delle balene per estrarne quello che nell’800 era una merca preziosa, l’olio di balena, paragonabile al petrolio dei giorni nostri.

Un film che per gli amanti degli animali (compreso chi vi scrive in questo momento) è un continuo colpo al cuore ma che spinge tutti a porsi delle domande, rispolverando la grande metafora della balena bianca e declinandola nella propria sfera personale (esattamente come il romanzo).

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